CHI SIAMO

 

La Chiesa Evangelica Battista della Grazia, è membro dell'Alleanza Evangelica Italiana e dell'Associazione Evangelica Battista Italiana.

ORIGINI STORICHE DEL PROTESTANTESIMO E DEL BATTISMO

 

Per capire la Riforma Protestante, è necessario tornare al XVI secolo. In quel tempo lontano, Martin Lutero, devoto monaco agostiniano, rivolse una articolata critica attraverso le famose 95 tesi di contestazione, affisse il 31 ottobre 1517 sul portone della Cattedrale del castello di Wittemberg;  il luogo era carico di simbolismo, perché legato all’università della cittadina, presso la quale Lutero insegnava teologia. Non a caso, egli usò proprio quel portale in legno, per rendere pubbliche le sue affermazioni, in quanto esso veniva già abitualmente utilizzato dagli studenti universitari, come pubblica bacheca.

In questo contesto, il nostro monaco si trovò a vivere un forte travaglio interiore, contestuale alla vendita delle indulgenze; e più in generale, verso il proprio rapporto con Dio, in relazione al perdono delle colpe. All’epoca, il cattolicesimo medievale trovava nella vendita delle indulgenze, il modo per lucrare una sorta di riduzione di pena che il penitente stesso avrebbe dovuto ancora scontare nell'aldilà, pur avendo già ottenuto, tramite la confessione sacramentale, l'assoluzione dei propri peccati. Sostanzialmente, si cancella la colpa ma non la pena: essa permane per essere “purgata” (donde il Purgatorio), nell’aldilà. Acquistando con denaro il certificato di indulgenza, si realizzava concretamente il significato concettuale di un ritornello, che all’epoca suonava così: “Come il soldo nella cassetta risuona, così un anima dal purgatorio se ne vola”. In questo, il monaco Giovanni Tetzel, banditore delle indulgenze nelle pubbliche piazze, fu talmente insistente che all’argomento, Lutero dedicò la ventisettesima delle sue 95 tesi.

In realtà, attraverso lo studio dell’epistola ai Romani, Lutero finalmente capì il pieno senso di quanto in essa vi aveva più volte letto, e che nonostante ciò mai comprese prima di allora: egli pervenne alla conclusione per la quale la cancellazione della pena sulla colpa, avviene solo ed esclusivamente per grazia divina, con la remissione del peccato, senza alcuna pena da espiare, né penitenza residua da soddisfare (Romani 5: 1-2). Questo concetto è ben descritto nel primo dei cinque “solismi” del Protestantesimo: “Sola Gratia”. Gli altri quattro sono, nell’ordine, “Sola Scriptura”, “Sola Fide”, “Solus Christus” e “Soli Deo Gloria”.

Un altro punto sensibile che venne toccato dalla Riforma, rientra nel rapporto delle opere ai fini del merito. In realtà, le opere di bene non rivestono carattere meritorio, poiché vengono ad essere una più che ovvia conseguenza della conversione (Romani 11:6). Sostanzialmente, è come l’albero che produce i frutti.

Eppure, nonostante queste premesse, l’iniziale pensiero di Lutero, era semplicemente quello di riformare la Chiesa cattolica a partire dal suo interno. Non voleva creare "ex nihilo" un nuovo cristianesimo. Tuttavia, Papa Leone X, poco proclive al dialogo, rispose molto duramente alle osservazioni di Lutero, ordinandogli silenzio ed obbedienza.

Nel frattempo, le sue convinzioni in materia di fede trovavano sempre più sostenitori. A questo punto, l’ira del papa si espresse con la bolla Exurge Domine del 15 giugno del 1520, attraverso la quale veniva intimato al monaco ribelle, di abiurare entro sei mesi. Tuttavia, quando in dicembre scadde il termine concesso, Lutero bruciò la bolla pontificia nella piazza di Wittemberg, insieme ai volumi di diritto canonico. E fu cosi che con la successiva bolla Decet Romanum Ponteficem del 3 gennaio 1521, Lutero venne scomunicato. Da quel momento, i riformatori cominciarono ad organizzare un vero e proprio movimento, separato dalla Chiesa cattolica. Anzitutto, essi mettevano in discussione il potere del Papa. Inoltre, sostenevano che ogni credente è anche sacerdote (1 Pietro 2:9), superando il concetto di sacerdozio ministeriale che riguarda il clero e sacerdozio universale, che atterrebbe ai laici. Pertanto, ogni fedele può rivolgersi direttamente a Dio, senza l'intermediazione di un prete: solo Gesù è mediatore, quindi né preti, né santi, né madonne (1 Timoteo 2:5).

Inoltre, i riformatori dichiaravano che il matrimonio del clero fosse legittimo, perché nella prima Chiesa anche gli Apostoli erano sposati. Circa la libera consultazione della Bibbia, essi rivendicavano il diritto di poter leggere la Scrittura nella propria lingua, anziché nell'incomprensibile latino, precluso al popolo poco istruito, se non analfabeta. Possiamo sostenere senza tema di smentita, che Lutero creò la lingua tedesca così come fece Dante, traghettando il fiorentino alla lingua italiana.

In conclusione, il "proprium" del Protestantesimo risiede nel considerare la Parola di Dio, e non la tradizione ecclesiastica, la base e il fondamento della Chiesa. Davanti al parlamento imperiale, dove Lutero fu processato, egli disse: “A meno che non mi si convinca con la Scrittura e con chiari ragionamenti, non accetto l'autorità di papi e concili che nel tempo si sono contraddetti l'un l'altro”. Questo avveniva alla Dieta di Worms nel 1521.

 

LE CHIESE BATTISTE

 

Tra le varie confessioni Protestanti, i Battisti sono così identificati per essere stati i primi, nel Seicento, dopo gli Anabattisti del secolo precedente, a ristabilire la prassi del battesimo degli adulti all'interno delle Chiese della Riforma. Fecero ciò ricalcando la procedura del tempo di Gesù e degli Apostoli, quando il sacramento era amministrato esclusivamente agli adulti e per immersione.

I Battisti ritengono che per diventare membri della vera Chiesa di Cristo, sia indispensabile una esplicita e pubblica confessione di fede.

Solo dopo tale decisione il credente può ricevere il battesimo. Esso, infatti, è il segno esteriore di una grazia già precedentemente ricevuta. Conseguenza di tale principio, è che il battesimo non si amministra ai bambini, i quali, privi dell'uso di una coscienza consapevole (Genesi 8:21), non possono compiere una scelta che sia il risultato di una conversione, intesa come revisione di vita.

Ciò premesso, passiamo alla storia. A partire dal 1530, il re inglese Enrico VIII Tudor decide di separare la Chiesa d’Inghilterra dalla Chiesa di Roma, non perché fosse affascinato dal pensiero della Riforma, piuttosto perché era stanco di essere sottomesso al papa, di pagare le tasse allo Stato Pontificio e soprattutto di essere vittima di un fermo diniego da parte di papa Clemente VII, il quale non voleva concedergli il divorzio da Caterina D’Aragona. E quindi, per raggiungere la propria indipendenza, il monarca si servì di alcune idee della Riforma, avviata tredici anni prima da Lutero, per poter far nascere la Chiesa inglese, detta Anglicana, la quale divenne un refuso di idee riformate e cattoliche. Ancora oggi, la corona reale, è a capo della Confessione Anglicana.

Pertanto, in questa situazione teologicamente ibrida,  si ebbero i primi fermenti. Da un lato, emersero i Puritani decisi a “purificare” la Chiesa dal lievito “papista”, mentre dall’altro, su posizioni più radicali, avanzavano i “Separatisti”. Questi ultimi non si accontentavano di una purezza religiosa, rispetto alle dottrine cattoliche, poiché sostenevano la radicale necessità di separare completamente la Chiesa dagli interessi politici. Tale malcontento si andava concretizzando nell’opera pastorale dell’ecclesiastico anglicano John Smith, il quale, tra il 1605 e il 1606 si separa, assieme ai suoi fedeli, dalla Chiesa di Gainsborough nel Lincolnshire. Nel 1608 Smith, al fine di sottrarsi alle persecuzioni che nel frattempo si erano accese, finisce con l’emigrare in Olanda, assieme al gruppo di cui era guida. Nel 1609 nella città di Amsterdam, organizza insieme al giurista Thomas Helwys, con cui aveva lasciato il suolo inglese, una propria comunità cristiana, ispirandosi al modello della Chiesa antica. Due anni dopo, ovvero nel 1611, Thomas Helwys con alcuni seguaci, ritorna in Inghilterra per fondare a Newgate Street nei pressi di Londra, la prima Chiesa Battista sul suolo britannico. Helwys con altri dodici credenti, formulerà la prima fra le dichiarazioni di fede del credo battista. Questa dichiarazione passata alla storia come la  "Declaration of Faith of English People Remaining at Amsterdam in Holland" (Una dichiarazione di fede del popolo inglese rimasto ad Amsterdam nei Paesi Bassi), si compone di ventisette articoli. Intanto, quello stesso anno, muore in Olanda John Smith.

I Battisti generali, così definiti perché arminiani e quindi sostenitori della credenza nella salvezza per tutti gli uomini (Giovanni 3:16) e non solo per i predestinati, nel 1626 contavano in Inghilterra cinque Chiese. Tuttavia, nel 1644 se ne calcolavano una cinquantina: nel 1660 i seguaci di tale movimento risultavano essere circa 20.000. Diversamente, i Battisti particolari, quindi calvinisti e predestinazionisti, sorgono intorno al 1638; nel 1644 conteranno sette Chiese che in questi frangenti elaboreranno una  propria dichiarazione di fede, allo scopo di differenziare formalmente la loro peculiare teologia, rispetto alle credenze dei Battisti generali. Il documento viene completato nel 1644 e, benché non molto dettagliato, riflette chiaramente la teologia calvinista. Questo lavoro è conosciuto come "Prima dichiarazione di fede Battista".

Quanto agli Stati Uniti d'America, la prima Chiesa Battista venne fondata a Providence (Rhode Island) nel 1638, dall’inglese Roger Williams. Quasi contemporaneamente, anche il pastore John Clarke, suo compatriota stabiliva una Chiesa Battista a Newport, sempre nel Rhode Island. Due secoli dopo, nel 1834 in Europa, e precisamente nella germanica Amburgo, si forma un nucleo di Battisti tra i quali il primo ad essere battezzato è Johan Gherard Onken, assieme ad altri sei compagni; egli poi riesce a estendere il numero dei credenti, nonostante l'opposizione delle Chiese ufficiali tedesche. Dalla Germania, i Battisti si diffondono nei paesi circostanti: Danimarca, Svizzera, Austria, Russia e soprattutto in Svezia. Quanto al Sud-Europa, i Battisti all’indomani dell'Unità d’Italia, concentrano i propri sforzi per costituire delle comunità, specialmente a Roma, in concomitanza con altre confessioni Protestanti estere come i Metodisti, o nazionali come i Valdesi. La prima missione Battista inglese nella nostra terra, risale al 1863 con l’arrivo dei pastori Edward Clarke e James Wall. Ma i Battisti già in precedenza estesero le loro missioni in quasi tutto il mondo: dal 1793 in India, e sempre alla fine del Settecento in Cina, Giappone e Australia. Un altro dato interessante è che nel 1821 venne stabilita la denominazione autoctona Battista in Liberia, che a differenza di altre Chiese africane, salvo quelle del Sud-Africa, non è di origine straniera.

 

IL NOVECENTO

 

E con un bel balzo in avanti, siamo giunti nel XX secolo, precisamente nel 1905. Quell’anno a Londra, viene fondata l’Alleanza Battista Mondiale (BWA). Con i suoi 80 milioni di fedeli, rappresenta la più grande organizzazione Battista al mondo. Il suo attuale leader è il sudafricano pastore Ngwedla Paul Msiza. Le radici dell' Alleanza Battista Mondiale possono essere fatte risalire al diciassettesimo secolo, quando il pastore Thomas Grantham (1634–1692), propose il concetto di una assemblea di tutti i cristiani nel mondo, che siano "battezzati secondo l’esempio di Cristo", quindi da adulti e per immersione. Proposte simili furono avanzate in seguito dal pastore John Rippon, precisamente nel 1790, nella direzione di un incontro mondiale di Battisti "per favorire una comunione di Chiese nel loro insieme".

Comunque, si dovrà attendere l’ottobre del 1904, perché l'Unione Battista della Gran Bretagna approvi una risoluzione per indire un congresso, finalizzato alla formazione di una associazione internazionale. L'incontro si ebbe a Londra nel luglio del 1905 e grazie ad esso nacque l’Alleanza Battista Mondiale.

All’approssimarsi della seconda metà del Novecento, precisamente tra il 1947 e il 1948, a Milwaukee (USA), viene fondata la Conservative Baptist Association. Questa denominazione dotata di un ente missionario, la Baptist Foreign Mission Society,  dal 1948 inizia ad operare anche in Italia tramite l’Associazione Missionaria Battista Italiana (AMBI). Dal 1994 la Baptist Foreign Mission Society prende il nome di CB International, oggi World Venture. A tale compagine, che conta nel mondo oltre 200.000 credenti Battisti, aderiscono in Italia diverse comunità, alcune delle quali si erano già riunite nel 1972 nella Assemblea Evangelica Battista Italiana, nata dalla vecchia AMBI e oggi nota come Associazione Evangelica Battista Italiana (AEBI). La Chiesa Evangelica Battista della Grazia di Moncalieri, ne è attualmente parte. 

 

"Leviamoci e mettiamoci a costruire" (Neemia 2:18)

 

AEBI: RADICI STORICHE ED ECCLESIALI

 

 

A partire dal periodo intorno al 1920, in USA i Battisti degli stati a Nord del Paese, posero le premesse affinché nel 1943 potesse essere creata una agenzia per le missioni estere, definita col nome di Conservative Baptist Foreign Mission Society.

Nel 1948 a Milwaukee venne fondata la Conservative Baptist Association. Questa denominazione si dotò di una Home Mission Society e si accordò con la già strutturata Conservative Baptist Foreign Mission Society, la quale nel secondo dopoguerra e precisamente dal 1948, iniziò ad operare anche in Italia, tramite l’Associazione Missionaria Battista Italiana (AMBI).

Quarantasei anni dopo, e con precisione dal 1994, la Conservative Baptist Foreign Mission Society assunse il nome di CB International (oggi World Venture). A tale ente, nel tempo si sono associate diverse Chiese Battiste anche in Italia, formando nel 1972 l’ Assemblea Evangelica Battista Italiana, che oggi ha modificato il suo nome in Associazione Evangelica Battista Italiana (AEBI).

E così sono trascorsi 50 anni. Ma tornando agli anni Settanta, in quel periodo la missione americana inviò nel nostro Paese il fratello Douglas Valenzuela, che accolse con gioia la nascita dell’ AEBI promuovendone lo sviluppo grazie al supporto della AMBI sopra citata e della Conservative Baptist Foreign Mission Society , legata ad altri missionari statunitensi, come Mario Martin attivo nella zona di Soccavo e  Fuorigrotta , Robert Lillard  e Billy  William per la Zona Flegrea, Howrey  operante nell’area di San Giorgio a Cremano e Portici. Furono costoro che promossero la nascita dell’AEBI. Dopo tale passaggio, si unì anche la Chiesa Battista di Casoria.

Douglas Valenzuela servì come pastore nella comunità di Casoria, fino al 2021, anno del suo pensionamento e ritorno in USA. Le Chiese che compongono l’AEBI, avevano ed hanno nel cuore lo scopo di realizzare un’opera che sia maggiormente visibile e duratura, e che abbia un riferimento molto concreto, mediante l’unione di altre realtà sparse su tutto il territorio nazionale. Il desiderio dell’AEBI è quello di raggiungere quante più persone possibili, con il messaggio dell’Evangelo di Cristo. L’inserimento della nostra comunità in tale unione di Chiese Battiste, consente anche all’AEBI di avere una voce ulteriore al di fuori della Campania, regione in cui si sono concentrate fino ad ora, le Chiese sorte in queste ultime cinque decadi.

I Riferimenti delle notizie storiche, sono tratti da:  Walter A. Pegg, Historic Baptist Distinctives, Conservative Baptist Foreign Mission Society, Wheaton (Illinois) 1952; Bruce R. Shelley,Conservative Baptists, Conservative Baptist Theological Seminary, Denver (Colorado) 1962.

Chiesa Battista di Casoria – Pastori Douglas Valenzuela, Gennaro Carleo  ed Antonio Aruta.

Chiesa Battista di Melito – Pastori Marco Scarpati e Tito Castaldo.

Chiesa Battista di Soccavo – Pastore Francesco Pannaccione.

Chiesa Battista di Monteruscello – Pastore Procolo Basile.

Chiesa Battista di Tavernanova (Casalnuovo) - Pastore Michele D’Ambrosio.

Chiesa Battista di San Giorgio a Cremano -   Pastore Marcello D’Ambrosio.

Chiesa Battista di Moncalieri – Pastore Luigi Pecora.

 

Per completezza di informazione, l’ AEBI a sua volta è inserita all’interno di un coordinamento nazionale noto come “Consulta Evangelica”, Ente dotato di riconoscimento giuridico da parte dello Stato, con decreto del Presidente della Repubblica n. 13/09/1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 11/12/1999.